Disponibile su Amazon.
Dall’introduzione del direttore Demetrio Salvi.

Questa non è un’altra rivista letteraria, perché di riviste letterarie ce n’è sempre bisogno, perché fanno parte di quel mondo affine al cibo, al godimento, di cui non se ne può fare a meno e di cui ce n’è sempre voglia, sempre desiderio.
Certo, abbiamo scelto un contenitore complesso e ben poco pacifico. Nascere “con” e “dentro” Amazon rende tutto un po’ più complicato: bisogna accettarne le regole, le strategie talvolta perverse e condividere (ma entro certi limiti!) quelle che sono le sue vicende (talvolta ben poco condivisibili).
Eppure non possiamo fare a meno di godere di quella libertà che pure questo strumento mette a disposizione: ci andiamo a collocare in quell’area di felicità che pure, in qualche modo, questa piattaforma genera. Alle strategie di Amazon opponiamo le nostre, corrodendo dall’interno ciò che possiamo aggredire, forare, divorare. Il progetto, insomma, ci piace: ci permette un grado interessante di libertà di movimento e ci garantisce una velocità d’esecuzione per niente trascurabile.
Malpelo è un crogiolo di sentimenti, di spinte che rischiavano di rimanere inespresse, uno spazio che permette di agire anche a chi è fuori da certe dinamiche commerciali della scrittura. Ciò che garantiamo è l’attenzione al lettore, un’attenzione vigile che evita lo sguardo solipsistico, che mira a tenere in considerazione l’intenzione e il godimento dell’altro. Meno ombelico e più interazione, dinamiche di coinvolgimento, emozioni condivise.
Si parte da uno spunto, da un argomento e lo si declina lasciando a ogni scrittore la possibilità d’intervenire a suo modo, mettendo in gioco eventualmente anche quelle che sono le dinamiche legate ai generi letterari. Iniziamo con “un incontro”, punto di partenza di questo primo numero e sollecitazione letteraria provata, negli anni passati, durante certi corsi di sceneggiatura tenuti a Roma e in tutta Italia. Uno stimolo utile a confrontare ciò che immaginiamo e ciò che viviamo (al tempo la proposta si articolava in due fasi: veniva chiesto agli allievi di scrivere prima un testo su di un incontro immaginario poi su un incontro realmente vissuto, proprio per stimolare l’attenzione su come i due mondi, in realtà, siano un mondo solo). Qui, in questo primo numero, ritroverete alcune di quelle prove realizzate e messe assieme ad altre, più recenti, utili a generare una piacevole confusione tra passato, presente, realtà altra, articolazione impropria di un discorso che va avanti e che mette assieme ex allievi di questi corsi con altre scritture, di recente acquisizione.
A racconti drammatici si accostano storie più legate al mondo giovanile, che diventa territorio particolarmente interessante da attraversare. Oppure sono i generi letterari a far mostra dei propri colori, dei propri sapori. Oppure ancora è la poesia, quella più tradizionale e severa, che si fonde con testi in prosa che nascondono, tra le loro pieghe, i ritmi della lirica e metafore più ardite.
Ci piace immaginare che questa rivista si porti dentro il piacere del viaggio, della scoperta ma anche della difficoltà che, talvolta, uno spostamento impone. Improvvisi cambiamenti di programma, necessità del tutto nuove, l’imprevedibile opposizione del tempo: tra un racconto e l’altro è possibile godere di queste fratture repentine, di certe incongruenze che sono tipiche del viaggio reale. Stili diversi animano storie che vivono spalla a spalla. Questi continui tradimenti al movimento consequenziale e lineare fanno parte del nostro piacere.
Questo appartiene alla rivista che state per leggere. Arricchiremo nel futuro queste pagine con recensioni e con aree vicine al disegno, al fumetto, all’illustrazione. E vi garantiamo che saremo pronti a cambiare la nostra rotta se il desiderio ci spingerà, forte, da un’altra parte.
Siamo pronti a partire, a cambiare direzione, a realizzare gli scarti necessari a rendere emozionante un percorso da condividere, capace di mettere assieme scrittori e lettori.