Intervista alle studentesse vincitrici fatta dalla loro professoressa, Elisa Bondavalli, che le ha accompagnate nel loro percorso darziano.
– E.B.: Come è stato l’approccio con l’autore Silvio D’Arzo?
– Isabella Fontana: All’inizio è stato difficile, perché Silvio D’Arzo è un autore impegnativo ma poi, la lettura di Casa d’altri con il commento in classe è diventata progressivamente sempre più coinvolgente .
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Lisa Erriu: L’approccio iniziale è stato un po’ duro, però, più scavavo in profondità e coglievo significati segreti e inaspettati, più mi appassionavo.
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E. B.: Che cosa ha rappresentato per voi la scoperta di questo autore?
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Isabella Fontana: Penso che il risultato più sorprendente della lettura del capolavoro darziano, sia il fatto che, in qualche modo, ha cambiato il mio modo di vedere la realtà, mi ha reso maggiormente consapevole riguardo al senso della vita.
Quel racconto mi ha coinvolto al punto che a casa ne parlavo continuamente con i miei genitori.
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Chiara Scavo: Mi ha arricchita come persona e mi ha insegnato che non bisogna fermarsi alle apparenze.
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Lisa Anghinolfi: Soprattutto la figura di Zelinda, col suo angosciante segreto, è un invito a indagare l’interiorità delle persone.
E.B. Una domanda sulla ricaduta didattica: A distanza di un anno conservate ancora un ricordo abbastanza preciso dell’autore e del suo racconto maggiore?
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Chiara Scavo: Sì, molto preciso. Di Casa d’altri, ricordo ancora esattamente le parole dell’incipit (e a riprova, le ripete insieme alle compagne). Conservo fortissima, infatti, l’impressione del suo singolare modo di scrivere.
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Lisa Erriu: Rammento assai bene non solo la storia, ma anche l’atmosfera, i colori carichi di suggestione, il continuo rimando alla morte e ad una dimensione sovrannaturale.
E poi i silenzi che scandiscono in modo così espressivo tutta la vicenda dei due protagonisti.
Senza dimenticare la tensione che tiene incollato il lettore fino all’inaspettato finale.
E.B. Cosa ha significato per voi partecipare al concorso e vincere?
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Lisa Anghinolfi: All’inizio eravamo un po’ preoccupate perché era un lavoro in più rispetto al carico scolastico, poi, poco per volta, il lavoro ci ha coinvolte sempre di più fino ad appassionarci.
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Isabella Fontana: Questo concorso è servito a darci consapevolezza delle nostre potenzialità, ci ha rese più sicure dei nostri mezzi espressivi, ci ha mostrato qualcosa di noi che non conoscevamo forse anche perché ci siamo dovute mettere in gioco con una modalità nuova e in precedenza mai sperimentata.
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Lisa Anghinolfi: Queste iniziative sono molto importanti e possono mettere in luce potenzialità e capacità che alle volte gli alunni non sanno di possedere. Proprio come è capitato a me.
E. B. In base alla vostra esperienza, che consiglio dareste a chi ancora non si fosse avvicinato a Casa d’altri?
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Lisa Erriu: Non bisogna arrendersi alle prime difficoltà, anche se sembra una lettura impegnativa, ma bisogna lasciarsi coinvolgere dal racconto e assaporare ogni minimo dettaglio della narrazione.
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Chiara Scavo e Isabella Fontana: Non ci si deve far condizionare dalla scarsa notorietà di uno scrittore, anzi, si deve leggere un libro senza pregiudizi. Solo così si può andare incontro a delle vere e proprie rivelazioni come in questo caso.
E.B. Bene, l’intervista può dirsi conclusa. Dopo la vostra meritatissima vittoria, dopo queste belle e profonde riflessioni, alla vostra insegnante non resta che dire quanto si senta orgogliosa di voi.