di Elisa Bondavalli
Questo Blog nasce con l’intento di rendere nota la figura di Silvio D’Arzo, uno degli autori più significativi e originali nel panorama letterario del Novecento.
Scrittore profondamente legato alla sua città d’origine, Reggio Emilia, da cui non si allontana mai e di cui troviamo costanti e precisi riferimenti nei suoi racconti, al contempo è appassionato di letteratura angloamericana, come si evince dai suoi sorprendenti saggi critici.
Entrambe queste componenti, la tradizione reggiana e un certo umorismo di stampo anglosassone, confluiscono in maniera originale nella sua narrativa in una commistione che sembra essere poi peculiarità non solo sua ma di molti altri autori della nostra terra.
Ho ravvisato, infatti, in numerosi artisti di origine emiliano-romagnola tratti comuni e caratteristiche ricorrenti, come l’attitudine ad attuare uno straniamento rispetto ai canoni classici o a quelli coevi e ciò soprattutto grazie all’uso dell’ironia che diviene per loro strumento privilegiato di distacco critico, di disincanto, di mutamento di prospettiva, di desublimazione stemperante la tragicità esistenziale. Spesso, poi, accompagna le loro opere un certo gusto per l’assurdo e per il declassamento, di cui lo scrittore (o il regista) si serve per piegare la narrazione tradizionale verso esiti comici o paradossali, atti a svelare la comune follia degli uomini e a potenziare nel lettore capacità valutativo-riflessive. A tutto questo può infine sommarsi una forte polarizzazione aulico-quotidiano capace di generare ulteriore tensione conoscitiva.
Avendo individuato la matrice di questa linea in Ariosto, l’idea che si vorrebbe sviluppare attraverso questo blog, quindi, è quella di un filo rosso che, partendo da D’Arzo, a sua volta debitore nei confronti del poema ariostesco, arrivi poi ad autori come ad esempio Antonio Delfini, ma anche Pier Vittorio Tondelli, Attilio Bertolucci, Ermanno Cavazzoni, Gianni Celati, Daniele Benati, Raffaello Baldini, Emilio Rentocchini e molti altri. Senza dimenticare il poeta- artista- visivo più anomalo e stravagante di tutti: Corrado Costa.
Per tale ragione, quindi, in questa sede troveranno spazio anche tutti quei lunatici padani che con D’Arzo hanno istituito un dialogo e in qualche modo ne condividono le prerogative letterarie.